martedì 11 novembre 2014

Un finale spaventoso O_o

Ciao Ragazze!
La settimana scorsa ho partecipato ad un simpatico contest indetto da Chiara.
Il contest era a tema Halloween e consisteva nello scrivere un finale spaventoso per il racconto di Poe "Il crollo della casa degli Usher".
Da questo estratto propostoci avremmo dovuto inventare il nostro finale da paura...

Il crollo della casa degli Usher

Durante un giorno triste, cupo, senza suono, verso il finire
dell'anno, un giorno in cui le nubi pendevano opprimentemente
basse nei cieli, io avevo attraversato solo, a cavallo, un tratto di
regione singolarmente desolato, finché ero venuto a trovarmi,
mentre già si addensavano le ombre della sera, in prossimità
della malinconica Casa degli Usher. Non so come fu, ma al
primo sguardo ch'io diedi all'edificio, un senso intollerabile di
abbattimento invase il mio spirito. [...] Contemplai la scena
che mi si stendeva dinanzi, la casa, l'aspetto della tenuta, i muri
squallidi, le finestre simili a occhiaie vuote, i pochi giunchi
maleolenti, alcuni bianchi tronchi d'albero ricoperti di muffa;
contemplai ogni cosa con tale depressione d'animo ch'io non
saprei paragonarla ad alcuna sensazione terrestre se non al
risveglio del fumatore d'oppio, l'amaro ritorno alla vita
quotidiana, il pauroso squarciarsi del velo. Sentivo attorno a
me una freddezza, uno scoramento, una nausea, un'invincibile
stanchezza di pensiero che nessun pungolo dell'immaginazione
avrebbe saputo affinare ed esaltare in alcunché di sublime. Che
cos'era, mi soffermai a riflettere, che cos'era che tanto mi
immalinconiva nella contemplazione della Casa degli Usher?
Era un mistero del tutto insolubile; né riuscivo ad afferrare le
incorporee fantasticherie che si affollavano intorno a me
mentre così meditavo.

[...]  e adesso con un senso di
smarrito stupore, non vi era dubbio (per quanto da che
direzione provenisse mi era impossibile dire) che in quel
preciso istante anch'io sentivo inequivocabilmente un rumore
sommesso e apparentemente lontano, ma aspro, prolungato,
raschiante e forse stranamente urlante [...]

Non ho mai letto il racconto, quindi non ho idea di cosa narri in realtà, perciò è stato ancora più divertente cimentarmi in questa impresa XD
Purtroppo non ho vinto, ma è stato comunque bello partecipare e inoltre, posso dirlo, sono abbastanza soddisfatta del mio finale ^__^
Eccolo a voi! 

* * *

Inizialmente ne ebbi paura, il primo istinto fu quello di scappare, fuggire via, allontanarmi il più possibile da quell'oscuro lamento e riappropriami del mio senno.
Ma qualcos'altro mi diceva di proseguire e scoprire a cosa appartenesse quella litania straziante.
Se non altro per non continuare a pormi quella domanda nel tempo. 
Mi conosco, sono sempre stato un tipo che cerca la realtà delle cose, e anche in quello sarei andato a fondo. 
E così feci.
Mi addentrai nel bosco nei pressi della casa, sempre con l'orecchio attento, pronto a captare la minima modulazione in quello strano rumore.
Procedetti verso ovest, dando ormai le spalle a quella casa, che era stata ragione di tanto ingiustificato malessere.
Era buio, le ombre mi confondevano e mi turbavano, la luce pallida della luna rischiarava solo quel tanto da permettermi di non sbattere contro un arbusto o inciampare sui miei stessi passi.
All'improvviso un gelo inaspettato mi attraversò. 
Una sensazione mai provata prima e che mai più ho provato da allora.
Un'impressione di fredda e inumana tristezza, come se dopo averla provata non potessi mai più essere felice.
Un odore pungente, stantio, di morte, mi penetrò le narici dandomi il voltastomaco.
Mi feci prendere da intensi conati di vomito che riuscii a stento a ricacciare via.
Un forte bruciore allo stomaco mi prese, e ancora più turbato continuai la ricerca.
A questo punto penserete che avrei fatto bene a ritornare sui miei passi, bene ora lo penso anch'io... ma allora, quello che vidi, non me lo sarei mai potuto immaginare.
All'improvviso il mio orecchio riconobbe quello che era un pianto di donna, era certo, non vi erano dubbi, mi rassicurai e mi dissi che avevo fatto bene, avevo preso la decisione giusta, così cominciai a chiedere:
- "Dove siete? Serve aiuto? Non vi vedo, ditemi dove siete, parlate se potete" -
Nessuna risposta, solo un melanconico pianto che continuava più doloroso ed incessante.
Inconsolabile.
Mi feci guidare da quel lamento, più di una volta mi ritrovai nello stesso posto, ma alla fine la scorsi.
Una figura voltata di spalle, inginocchiata per terra, china su se stessa.
Pallida come la luna che risplendeva alta nell'oscurità della notte, vestita di logori stracci.
Capelli biondi lunghi fino alle scapole, bagnati forse di fango e melma. 
Piangeva e si dondolava su se stessa, avanti e indietro, facendosi cullare dalla monotona nenia del suo pianto.
Scosso e incredulo mi stropicciai gli occhi tanto mi pareva incoerente quella visione.
Ma passato lo sconvolgimento iniziale, delicatamente mi avvicinai presentandomi e dicendole che non volevo farle del male.
La donna continuò ad ignorarmi sino a che, per distoglierla dal suo stato catatonico, le sfiorai leggermente una spalla con la punta delle dita.
Non scorderò mai la sensazione che ne ebbi di rimando.
Fu un attimo. 
Immediatamente ritrassi la mano come si fa quando si tocca la fiamma.
Era gelida e bruciava allo stesso tempo.
Pochi secondi dopo si voltò e ne ebbi una visione che ancora tormenta ogni notte i miei sogni.
Un volto livido, smunto, scavato così profondamente che era possibile vederne le ossa in trasparenza, sotto quell'impalpabile strato di pelle che la ricopriva.
Al posto degli occhi due solchi vuoti e neri come la pece.
La bocca spalancata in un urlo doloroso e straziante.
Mi afferrò il polso con un gesto rapido ma debole, e urlò ancora.
In quell'urlo mi parve di sentire qualcosa che al momento non capii, ma che rielaborai successivamente: "Bruciala"
Lasciò la presa e scomparve.
La notte ripiombò nel silenzio, e si sentirono i grilli cantare.
♥Muriomu
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